Sono il presidente Romano Piras (confermato) e i consiglieri Luca Aldrighetti (confermato), Maxim Moiseev (nuovo), Davide Capsoni (nuovo) e Alessio Larentis (nuovo) gli uomini che guideranno la Fitet di Trento per il prossimo quadriennio. L’elezione si è svolta sabato 22 settembre, in occasione dell’assemblea delle società. Al presidente e ai consiglieri l’augurio di un buon lavoro.
E’ un augurio di prammatica in casi come questo, ma stavolta sembra avere un significato particolare, date le premesse con cui il nuovo Comitato nasce. Ai delegati chiamati ad eleggere il governo del nostro tennistavolo si è infatti presentata una situazione perlomeno insolita, se non addirittura bizzarra. Dei consiglieri uscenti, sul cui lavoro ognuno può pensare quel che crede ma che sicuramente costituivano un gruppo di lavoro omogeneo, non ricandidavano né Debora Lazzeri, né Daniele Galvagni, né Andrea Gatti; l’unico a presentarsi per un ulteriore mandato era Luca Aldrighetti (Besenello), ma lo faceva – sorpresa, sorpresa - non a fianco di Piras bensì nella lista a lui avversa. Lista capeggiata da Daniel Mazzini, tesserato con il Tt Lavis e consigliere in seno alla medesima società, e composta anche da Max Moiseev (pure del Lavis), Davide Capsoni (GS Bolghera) e Alessio Larentis (US San Rocco). Da parte sua, Piras si presentava in perfetta solitudine, senza un suo ipotetico gruppo di lavoro e senza alcun candidato di riferimento. Poiché in Comitato siedono quattro consiglieri più il presidente, la nomina dei quattro uomini di Mazzini è diventata inevitabile e l’unico dubbio che la votazione avrebbe dovuto sciogliere riguardava il nome del presidente. Ha prevalso Piras con 48 voti contro i 25 di Mazzini, ma fra i due non è proprio chiarissimo chi abbia ora di che compiacersi e chi invece debba preoccuparsi.
L’invito più comune in simili frangenti è quello di mettere da parte le divisioni pre-elettorali e di collaborare serenamente. A formularlo nel caso specifico è stato il dirigente della Fitet nazionale, mandato a Trento per vigilare sulla correttezza delle operazioni, ma c’è da star sicuri che l’intero tennistavolo trentino lo fa idealmente proprio, e si augura che venga accolto e messo in pratica. Tuttavia qualche dubbio è legittimo, sia perché la precedente coabitazione di Piras e Moiseev in un Comitato Fitet aveva condotto alla rottura, sia soprattutto considerando che le prime e per ora uniche mosse “istituzionali” di Mazzini non sono state certo improntate alla massima levità. Accompagnare la propria candidatura a dei ricorsi sulla regolarità delle procedure preliminari e a ribaditi sospetti di imperizia nel caso più favorevole, o addirittura di parzialità, rivolti agli organi che sovrintendono alle operazioni di voto, non è sembrata una strategia illuminata, e d’altra parte l’accusa incassata da parte di Piras di aver cercato di sottrarre dalla sede della Fitet di Trento dei documenti riservati non può aver avuto sui delegati ancora indecisi, posto che ce ne fossero, un effetto entusiasmante.
Se il destino (o, se preferite, il buon funzionamento) di questo Comitato sia nelle mani di Piras, o dei quattro consiglieri che lo affiancheranno, o ancora del gruppo dirigente di una o più società, questo si capirà solo col tempo e con gli atti. Speriamo che ciascuno abbia come unico e disinteressato scopo la salute del tennistavolo trentino.
(andrea galler)