E’ la splendida semifinale, che in questi casi equivale a dire medaglia di bronzo, raggiunta da Stefania Demonte e Arianna Perozzo nel doppio categoria giovanissime il miglior risultato, e di gran lunga, conquistato dalla spedizione trentina ai campionati italiani giovanili di Terni.
Ci ha messo lo zampino anche il fattore fortuna, ad essere sinceri, perché le avversarie del teorico quarto di finale, vale a dire la coppia Smargiassi/Comparelli (S.Gabriele), hanno dato forfait. In precedenza le due signorine dell’Us Castelnuovo si erano imposte in quattro set sulle piemontesi Ricupito e Rolfo, e sempre in quattro parziali si sono poi arrese in semifinale alle venete Visentin e Favaretto, a loro volta battute nel match valido per il titolo dalle altoatesine Vivarelli/Maturanza.
Tolta questa bella sorpresa, i nostri giovani hanno raccolto davvero poco, forse persino meno rispetto alle attese e ai pronostici. E’ chiaro che i campionati italiani sono qualcosa di assai diverso da un torneo rionale, e tuttavia i tre soli ingressi nei tabelloni principali, nei quali la permanenza è stata poi complessivamente fugace, non possono soddisfare. Chi rientra dall’Umbria con i ricordi più piacevoli è senz’altro la Demonte, che, oltre al doppio di cui si è detto, si è qualificata tra le prime 16 del singolare grazie a tre vittorie per 3-0 (su Quattrone, Salis e Leopardi) e all’unica sconfitta con la bresciana Taboni. Il sorteggio del tabellone ad eliminazione diretta avrebbe potuto andar peggio ma anche molto meglio, e lo 0-3 con Jamila Laurenti (Tt L’isola che non c’era) ha posto fine all’avventura. Identico percorso nel singolo ragazze per Antonella Andreata (Lavis), con l’aggiunta di una lode particolare per la determinazione che le ha consentito di piegare al quinto set prima la Abate e poi la Petenzi. Il 3-0 sulla Pili e lo 0-3 con la De La Cruz ne hanno decretato la promozione come seconda del girone, e anche per lei il primo scoglio da dentro-o-fuori è stato fatale: 0-3 con l’altoatesina Ramona Paizoni, con parziali che sottolineano il divario non solo fra le due atlete ma più in generale fra i due movimenti (4,2,7).
L’ultimo “sopravvissuto” ai gironcini è Jacopo Endrizzi, che peraltro affrontava il singolo ragazzi non da perfetto outsider ma con qualche credenziale. Il poker di 3-0 (uno per ritiro, gli altri conquistati al tavolo) con cui si è sbarazzato dei primi avversari sembrava preannunciare qualcosa di bello, e l’altro successo nitido e veloce sul veronese Mannarino nei sedicesimi di finale rinforzava questa sensazione. A riportare Jacopo alla brusca realtà è stato il torinese Gabriele Piciulin, e con un punteggio (1,5,7) che va chiaramente al di là dei rapporti di forza. Piciulin era pur sempre la testa di serie n.5, ed è stato l’unico a strappare un set al vincitore Rossi prima della finale, ma è evidente che Endrizzi ha sbagliato l’approccio alla gara e dopo lo shock del primo set sarebbe stato difficile per chiunque rimettersi in carreggiata.
Degli altri trentini in gara si fa presto a dire. Tra i giovanissimi, Luca Necula Mina (S.Rocco) ha conquistato due set contro il piemontese Gamba ed ha perso 3-0 gli altri tre incontri. Tra i ragazzi Mattia Michelon (Lavis) ha perso due volte 3-0 ed una (con il catanese Coniglione) 3-1. Non è andata molto meglio alla coppia del Tt Cles che monopolizzava il settore allievi: quattro sconfitte su altrettanti incontri con solo due set all’attivo per Luca Dallago, mentre Alice Zanon si è presa la soddisfazione di battere 3-1 l’altoatesina Volgger ma ha ceduto per 3-0 le altre tre partite del girone. Capitolo juniores: una vittoria (3-0 all’umbra Montagnoli) e tre sconfitte per Kristal Tisi (Lavis), mentre sia Lorenzo Bosetti (Lavis) che Leonardo Endrizzi (Besenello) hanno chiuso con un bilancio in parità, due vinte e due perse, che però equivale all’eliminazione. Infine nell’under 21 Cristina Lorenzin si è imposta alla Binello per 3-0 ma non ha avuto chances nelle restanti tre partite, l’ultima delle quali con la fortissima Debora Vivarelli (5,3,3) che ha poi finito per aggiudicarsi il titolo.
(andrea galler)