“Il tennistavolo trentino in una prospettiva futura”: questo il titolo proposto dal Presidente del Comitato Provinciale della FITeT, Davide Capsoni, per la tavola rotonda che si è tenuta nella serata di venerdì 23 settembre presso la Sala Rusconi nella Casa dello Sport a Trento. La cornice del Festival dello Sport, giunto alla quinta edizione, è stata un’occasione ottimale per allestire una doppia vetrina per il tennistavolo trentino: durante il giorno una postazione in Piazza Fiera a disposizione di chiunque per provare il nostro sport e la sera un appuntamento per stimolare gli addetti ai lavori: una cinquantina i presenti, a testimonianza di una proposta che ha riscosso interesse.
Dopo i convenevoli di benvenuto, il moderatore Enrico Panizza, Consigliere del Comitato provinciale, ha dato la parola al Presidente Capsoni, che ha sinteticamente espresso l’obiettivo della serata: illustrare alle società trentine le prospettive future che potrebbero schiudersi cimentandosi con due campi poco affrontati finora dal movimento e cioè il settore paralimpico e l’ambito del disagio sociale.
È successivamente intervenuto il Presidente Nazionale**, Renato Di Napoli**, che ha ringraziato per l’invito e ricordato come la FITeT sia stata tra le prime realtà ad accogliere il mondo paralimpico, e di come questo settore si sia sviluppato e abbia raggiunto ottimi risultati anche a livello agonistico internazionale.
Ha poi preso la parola Barbara Manni, Marketing e Communication Manager di Obiettivo 3, associazione fondata nel 2016 da Alex Zanardi, che punta a far apprendere e diffondere la pratica sportiva fra i disabili. Punta su varie discipline, in primis il ciclismo, e ha finora avviato circa centoventi disabili allo sport; non è una società sportiva, nel senso che si propone unicamente di orientare allo sport, lasciando ai singoli atleti la scelta di tesserarsi eventualmente con la federazione di riferimento. Negli ultimi tempi ha anche avvicinato dei disabili allo sci, con ottimi risultati. La difficoltà maggiore sta nel reperire le risorse per finanziare un’attività che è onerosa, soprattutto alla voce formazione e infrastrutture. Un dato molto positivo è che Obiettivo 3, anche dopo il gravissimo incidente occorso a Zanardi nel giugno 2020, ha proseguito grazie alla volontà e all’impegno degli atleti. Obiettivo 3 è da anni una presenza fissa con il suo stand al Festival dello Sport e collabora con il Comitato FITeT del Trentino per gestire il tavolo a disposizione di tutti.
Il microfono è quindi passato a Marcello Carli, Presidente di Sport Senza Frontiere Trentino, associazione di promozione sociale che ha la finalità di favorire l’integrazione e il benessere di minori in condizioni di fragilità e vulnerabilità sociali, economiche e/o familiari attraverso iniziative e progetti che utilizzano lo sport come strumento inclusivo. Carli ha affermato che l’esperienza ormai pluriennale di SSF insegna che nei casi di minori problematici spesso lo sport può dare risultati di inclusione che la scuola non raggiunge. Sul nostro territorio è consolidata la scelta di puntare in particolare sul tennistavolo: la lezione che dà il divertimento unito all’impegno e al rispetto delle regole è formidabile. Questa quindi la mission di Sport Senza Frontiere, che collabora strettamente soprattutto con la società del Lavis ma che auspica di poterlo fare in futuro anche con altri sodalizi trentini.
Massimo Bernardoni, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico in Trentino, ha accennato alla sua provenienza dal mondo del tennistavolo (come atleta e allenatore) ma soprattutto ha tenuto a ricordare che le realtà trentine che intendessero avvicinarsi al settore paralimpico possono accedere a importanti contributi che sono previste dalla legge provinciale dello sport (L.P. n. 4 del 2016). Ha fatto riferimento al sopralluogo svolto nel pomeriggio da alcuni dei relatori presso l’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana accompagnati da una collaboratrice del primario: a breve partirà in quella struttura un progetto di tennistavolo come metodo riabilitativo e si auspica possa avere riscontri positivi.
Il Vicepresidente Vicario Nazionale della FITeT Carlo Borella ha iniziato il suo breve intervento complimentandosi con il Giudice Arbitro Luciano Cont per la stella di bronzo al merito sportivo di cui è stato insignito dal CONI; si è poi soffermato sull’impegno che la FITeT ha investito sul tennistavolo paralimpico e ha spiegato come sono strutturate le attività specifiche, sia a squadre che individuali.
Alessandro Arcigli, Direttore Tecnico della Nazionale Paralimpica di tennistavolo, ha mostrato un video con alcune scene delle partite che hanno portato Giada Rossi a vincere la medaglia di bronzo ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro nel 2016. Ha descritto il tennistavolo come la disciplina principe del mondo paralimpico, che prevede ben undici classi, a differenza ad esempio del tennis che ne ha due. È la disciplina che con maggiore immediatezza consente ai suoi atleti di essere inseriti nel medesimo contesto dei cosiddetti normodotati, con gli stessi allenatori. Concetto ribadito da un entusiasta Gabriele De Rossi, atleta paralimpico veronese settantenne, che ha raccontato come il tennistavolo sia per lui un’attività fondamentale, con benefici a tutti i livelli. Davide Scazzieri, consigliere federale e atleta paralimpico della nazionale, ha confermato quanto detto da Arcigli e ha ricordato il suo legame con Trennto, dove ha svolto il corso allenatori di secondo livello. Quindi Giada Rossi ha tenuto a sottolineare come nel suo caso varie coincidenze fortunate l’abbiano portata verso il tennistavolo; nel suo caso specifico sono state importanti delle figure di insegnanti di educazione fisica a scuola. In questo modo ha fornito ad Arcigli l’assist per evidenziare un concetto fondamentale: il disabile non cerca un riempitivo per la sua giornata, cerca una proposta che migliori la qualità della sua vita. Allo stesso tempo le società non devono spaventarsi, ritenendo di essere inadeguate: agli allenatori non è richiesta una specializzazione specifica, e per quanto riguarda gli orari di allenamento spesso un disabile ha disponibilità differenti rispetto agli altri atleti e quindi la sua presenza è compatibile. Bisogna quindi porsi innanzitutto con un atteggiamento disponibile, puntando alla collaborazione con i centri riabilitativi.
È seguito un breve scambio di riflessioni, tra i relatori e il pubblico; l’auspicio è che ora il tennistavolo trentino accolga queste nuove sfide così da sfruttare appieno le potenzialità del nostro sport.
Il Comitato provinciale della FITeT tiene a ringraziare tutti coloro che hanno concorso alla buona riuscita della serata, a cominciare dai sostenitori del movimento tennistavolo: Circoscrizione Centro Storico Piedicastello del Comune di Trento, Fondo Comune delle Casse Rurali, Cassa Rurale di Trento, Distilleria Marzadro, Obiettivo3, Sport Senza Frontiere di Trento, il CIP e il CONI.