La sconfitta con l’Asola rischia di rappresentare un bel macigno sopra le speranze di promozione diretta in B1 per la nostra miglior squadra. Di questo e di altro parliamo con il nuovo straniero approdato a Lavis.
1. Prima di tutto, che ne diresti di farti conoscere meglio dagli sportivi trentini?
Volentieri. Sono nato il 10 settembre 1976 a Samara, una città russa che sta sulla riva di un gran bel fiume, il Volga. In Russia ero ingegnere, ma qui il mio titolo non è riconosciuto e dunque lavoro come elettromeccanico in una piccola azienda che ripara utensili professionali. Sono in Italia ormai dal 1999. La prima stagione ho giocato a Cagliari in B1, poi ho fatto la A2 a Termeno (dove mi alleno ancora oggi un paio di volte a settimana), negli ultimi 4 anni sono stato a Verona con il S.Pancrazio. Sono sposato e ho due figli, il più grande di 6 anni e il piccolo di 2.
2. Il tuo nome come possibile rinforzo a Lavis circolava già da qualche tempo. Immagino che a sbloccare l’operazione sia stato il fatto che durante l’estate Moiseev ha preso la nazionalità italiana.
Proprio così. Con Max ci conosciamo fin dai tempi della Russia, abbiamo un ottimo rapporto tanto è vero che lui è il padrino del mio primogenito, e si è sempre parlato di fare una squadra insieme. Ed insieme potremmo secondo me fare un ottimo campionato anche in B1, se riusciamo ad arrivarci.
3. A questo proposito, però, il primo round con l’Asola è andato male. Vuoi raccontarci la partita, e magari spiegarci i motivi per cui avete schierato Moiseev da terzo uomo? Vista dal di fuori, è sembrata una scelta come minimo azzardata.
Io invece credo che quella scelta avesse un senso. Conoscevamo bene il rumeno Capra, e avevamo messo in preventivo di poter perdere tre punti contro di lui, come poi è successo. Quel pomeriggio era semplicemente imbattibile, per noi niente da fare. D’altra parte sapevamo che Max ed io potevamo fare due punti a testa, e avevamo tanta fiducia in Frianu e nelle sue possibilità contro il loro n.3. Alex sta disputando un buon campionato, ha quasi sempre portato almeno un punto, inoltre ha le armi per battere un difensore qual è Gerevini. Se tutto andava secondo i piani, finiva 5-4 per noi. Invece è capitato che Frianu non fosse abbastanza preparato per quel match, forse da un punto di vista atletico o forse mentale, non so, d’altronde con la lunga pausa natalizia tra la sfida con il Modena e questa con l’Asola non era facile mantenere la condizione. Siamo umani, in fondo.
4. Riprendere la vetta sembra obiettivamente complicato, ma il secondo posto aprirebbe la via alla domanda di ripescaggio. Pensate che il Modena possa darvi fastidio?
No, credo che il Villa d’Oro non sia una grande minaccia per i nostri obiettivi.
5. Con la contemporanea presenza tua e di Moiseev – nel doppio ruolo di giocatori e di allenatori - il Lavis ha fatto senz’altro un bel salto di qualità. Specialmente in riferimento all’attività giovanile, dove volete arrivare?
In effetti io do una mano agli amatori, mentre il settore giovanile è di competenza di Max, ma rispondo volentieri. Rispetto ad altre realtà, e penso soprattutto all’Alto Adige che conosco bene, qui da noi è più difficile fare progetti. Più di ogni altra cosa, c’è un problema di strutture e di spazi. In Alto Adige ogni società ha la propria palestra sempre disponibile, invece qui a Lavis la situazione è la seguente: la palestra grande è libera una volta alla settimana, ma con 9 tavoli c’è comunque il pienone perché tra agonisti, amatori e ragazzi bisogna fare i turni. Per il resto dobbiamo accontentarci della palestrina da 4 tavoli, o al massimo 5 pigiati. I programmi di crescita si fanno sempre volentieri, ma la nostra urgenza principale ora come ora è riuscire a far giocare tutti quelli che ce lo chiedono!