1. Ciao Ginevra, intanto grazie per la tua disponibilità a dedicare del tempo per questa intervista. Per prima cosa ti chiediamo a che età hai iniziato a giocare a tennistavolo e come mai.
Ho iniziato a giocare a 8 anni, perché per caso nella mia scuola c'è stato un progetto da parte della società tennistavolo Lavis per far conoscere questo sport a tutti gli studenti. A me ha incuriosito, ho fatto la prima gara di abilità, mi sono classificata prima e da quel momento ho deciso di continuare ad allenarmi in questo sport.
2. In molti iniziano a praticare uno sport da piccoli ma poi per un motivo o per l’altro interrompono la pratica: in certi casi perché scoprono uno sport che diverte di più, altre volte perché non raggiungono i risultati sperati. Tu giochi da parecchi anni: perché hai continuato?
Ho deciso di continuare a praticare questo sport per vari motivi. Innanzitutto perché mi ha dato la possibilità di conoscere parecchie persone da tutta Italia. Poi, ho avuto fin dall'inizio grandi risultati sportivi e anche questo è stato un motivo per continuare su questa strada. Inoltre questo sport, a differenza di altri anche più conosciuti e praticati, a parer mio offre molte opportunità.
3. Il momento più bello della tua carriera sportiva finora?
Penso che il momento più bello ed emozionante della mia carriera sia stato in particolare un torneo nazionale, il trofeo Coni a Crotone, insieme alla rappresentativa provinciale. In quella trasferta mi sono sentita bene nel gruppo perché, non avendo sempre tanta grinta, giocando con quella squadra sono riuscita ad avere più sicurezza e a credere più in me stessa.
4. E il momento che ricordi con meno piacere?
Un momento preciso non c'è però sicuramente in questi cinque anni ci sono state tante piccole delusioni dovute al fatto che per un motivo o per l'altro i risultati sportivi sperati non sono arrivati. Durante le partite sono molto obiettiva quindi quando non raggiungo un determinato obiettivo sono consapevole di aver sbagliato.
5. Come vivi le vittorie? E soprattutto, come reagisci alle sconfitte?
Vivo le vittorie con grandissima soddisfazione perché sono frutto di tanta fatica e tanti allenamenti oltre a parecchi sacrifici fatti. Inoltre la mia felicità viene condivisa con tutta la mia squadra, il coach e, non ultimo, con la mia famiglia.
Alle sconfitte do un peso diverso, a seconda dell'avversario con cui ho perso e dai miei atteggiamenti durante la giocata.
6. Nelle ultime stagioni hai viaggiato molto per l’Italia, sia per partecipare a tornei nazionali e campionati giovanili, sia perché hai giocato per due stagioni in Serie B, incontrando atlete molto più grandi ed esperte di te. Cosa ha significato per te questa esperienza dal punto di vista sportivo e umano?
Questo sport a differenza di tanti altri ti dà la possibilità, come già detto, di viaggiare e appunto di incontrare molti atleti di tutte le età e se all'inizio della mia carriera il fatto di scontrarmi in partite con persone molto più grandi di me poteva darmi soggezione in un secondo tempo mi ha dato la consapevolezza che tutti possiamo metterci allo stesso livello senza far pesare l'età. Tra l’altro, questo fatto mi serve anche per maturare a livello sportivo.
7. Sei l’unica atleta provinciale chiamata a fare parte del Nuovo Progetto Italia. Ci congratuliamo con te e ti chiediamo se puoi spiegare ai lettori di cosa si tratta e cosa significa per te questo nuovo step sportivo.
Il nuovo progetto Italia è un piano di incentivazione per atleti meritevoli selezionati per le squadre nazionali e il team di interesse FITeT. È un contributo per la federazione la quale investe nei giovani atleti che sono più promettenti per il futuro. Un tecnico individuato, nel mio caso Max Moiseev, si impegnerà (e anch’io ovviamente) a seguire un programma di preparazione tecnica e fisica.
Per me questo progetto è fonte di motivazione in più (anche negli allenamenti mi sento più motivata e carica) ed è inoltre una grande soddisfazione essere stata selezionata.
8. Come sai, in Italia e in particolare in Trentino, il settore femminile del tennistavolo ha molti meno tesserati rispetto al settore maschile. Cosa diresti per convincere una bambina che frequenta le scuole primarie a provare questo sport?
Da piccola ho giocato quasi sempre nel settore maschile (nei tornei regionali) e a me personalmente non ha pesato più di tanto, anzi forse preferivo giocare con i maschi.
Mi sentirei di convincere una bambina dicendole che il tennistavolo è uno sport di concentrazione ma nello stesso tempo è divertente e ti dà la possibilità di viaggiare tanto e confrontarti con coetanee di diverse regioni.
La ringrazio per avermi dato questa possibilità di esprimere il mio pensiero di ragazza e di atleta.