Ciao Leonardo, ben tornato da Rimini e congratulazioni! Una bella soddisfazione salire sul secondo gradino del podio ai Campionati Italiani Paralimpici, in classe 9. Cosa ci racconti di questa esperienza?
Intanto grazie per avermi concesso questa intervista e per le congratulazioni. Che dire di questa esperienza? Ho iniziato a pensare di giocare le competizioni paralimpiche quando, dopo anni che Giuseppe Vella mi diceva di provarci, ho parlato con Joze Uhr e Massimo Bernardoni. Costoro, a conoscenza dell’ambiente, mi hanno fatto notare le opportunità di crescita (non solo pongistica) che potevo ricavarne. Così, grazie anche all’aiuto di Davide Capsoni che ha contribuito all’organizzazione, ho partecipato a un torneo di qualificazione in Friuli-Venezia Giulia (accompagnato immancabilmente da mamma e papà), al fine di classificarmi e poter competere ai Campionati Italiani. Sono stato classificato 9 (le classi per gli atleti non in carrozzina, vanno da 6 a 10) a causa della mia gamba destra più piccola della gamba sinistra: sono nato con il piede destro torto e, a causa dell’operazione fatta poco dopo la nascita e del successivo gesso, la gamba destra non ha più sviluppato la stessa muscolatura della gamba sinistra. Fatta la classificazione ero, quindi, pronto per i Campionati Italiani Paralimpici. Il giorno prima della gara sono stato sottoposto a una seconda visita di classificazione e il giorno successivo ho scoperto che da classe 9 ero passato classe 10. Per regolamento, tuttavia, il cambio di classe non avrebbe influito sullo svolgimento degli Italiani.
Ho passato il girone in agilità, mentre il primo turno di eliminatoria è stato per me molto difficile: il mio avversario aveva colpi molto forti e precisi, soprattutto di rovescio, e credo di essermi fatto anche un po’ prendere da quella sensazione di “inappartenenza” al settore paralimpico che fino ad allora mi aveva tenuto lontano da questo mondo. In svantaggio per 2 set a 0, senza praticamente colpo ferire, nel terzo set ho iniziato a giocare meglio e ho vinto, ma nel quarto set il parziale era di 10-8 per lui. Su suggerimento di mio fratello Jacopo (coach per l’occasione visto che anche lui era a Rimini per gli under21) ho servito due volte corto sul dritto e sono riuscito a impostare bene il mio gioco. Mi sono riportato in parità e ho vinto anche quel set. Il successivo poi è finito per 11-4. 3-2 per me e approdo alla semifinale. Con mio stupore, il mio avversario (Manfredi Baroncelli) si è ritirato, sostanzialmente come protesta contro il regolamento e la Federazione per avermi fatto giocare pur essendo risultato classe 10. In finale, infine, ho incontrato Mohamed Amine Kalem, numero uno indiscusso della categoria. Il risultato (3-0 con i parziali di 11-6, 11-5, 11-9) mente un po’ sulla qualità della mia partita, ma nei momenti chiave Kalem ha sempre dimostrato di avere una marcia in più. Porto quindi a casa un argento, che fa da cornice a una nuova bella esperienza e magari a una convocazione in Nazionale.
La tua stagione è stata di grande qualità. Non dimentichiamo che, tra gli altri risultati di rilievo, in B2 girone A con l’Elettrica Cles vi siete classificati secondi a pari punti con Kras e Bissuola Vistosi, e tu hai dato un significativo contributo con il 71,4 % di vittorie. Cosa ci dici di questa stagione? Quale partita di campionato ti è rimasta più impressa?
Dal punto di vista personale, la stagione è andata bene. Non ho rimpianti in termini di prestazioni fatte. Ogni risultato, in fondo, è frutto di un allenamento costante e continuo, a volte anche stressante, che mi ha accompagnato per tutto l’anno. Sono più contento di aver “lavorato duro”, per la maggior parte del tempo con mio fratello Jacopo (anche se si lamenta sempre del mio, a suo avviso, poco impegno), che non poi effettivamente dei risultati. Questi sono solo la punta dell’iceberg.
Dal punto di vista del campionato non mi posso di certo lamentare. Partiti con l’obiettivo di salvarci abbiamo rischiato di giocarcela per la promozione. Credo che il risultato di squadra sia non solo frutto dei punti dei singoli, ma anche del clima che si è creato tra me, Andrea Galler e Mattia Michelon, amici prima che compagni. Infatti, la partita che mi è rimasta più impressa è stata sicuramente quella con il Kras all’andata: abbiamo vinto 5-4 con 2 punti di Andrea, 2 di Mattia e 1 solo mio.
Questa stagione ti ha anche visto come presenza fissa in veste di sparring negli stage giovanili alla Vela organizzati dal Comitato. Com’è stata questa esperienza?
L’esperienza di sparring mi ha accompagnato in questi ultimi anni, nei giorni in cui non mi allenavo o tornavo troppo tardi dalle lezioni universitarie. Contribuire a far crescere i ragazzi mi ha sempre dato soddisfazione. Quest’anno essere parte dello staff degli stage giovanili e allenare i ragazzi e le ragazze più brave della Provincia è stato un piacere. Sono consapevole del fatto che non è una giornata di allenamento intensivo (a dire il vero mezza giornata perché il pomeriggio si svolgeva il torneo giovanile) a cambiare un atleta, quello che ci tenevo a far capire ogni volta è che l’allenamento in tutte le sue forme (dalla preparazione fisica all’allenamento al tavolo) portano poi al risultato effettivo. L’unico modo per emergere è quello di allenarsi, allenarsi, allenarsi. Compito delle società e del comitato è quello di dare la possibilità a questi ragazzi di crescere. Unica nota negativa: il salario federale non è dei migliori.
Quali sono le prospettive per la prossima stagione?
Per i prossimi due anni, a partire da settembre, frequenterò un Master in Development Economics alla Sorbona a Parigi. Per il momento, quindi, la mia avventura pongistica trentina/italiana si fermerà qui. Tuttavia, dopo ben 16 anni di tennistavolo, dubito che la mia dieta settimanale potrà fare a meno di pallina e racchetta. Appena sarò in Francia cercherò un club in cui allenarmi. Se poi avrò la possibilità di fare campionati e competizioni, non mi tirerò indietro. Per quanto riguarda l’attività paralimpica, dipenderà da cosa succederà nei prossimi mesi. Non nego che vestire la maglia della Nazionale mi stuzzichi, ma non dipende solo da me. Io, intanto, continuo ad allenarmi nel garage di casa! Nel caso non ci si vedesse sui campi di gara, au revoir et à bientôt!
Grazie Leonardo! Da parte del presidente Capsoni, dal Comitato e da tutto il tennistavolo trentino un augurio di un futuro ricco di successi e soddisfazioni sportive, nella speranza che questa opportunità possa aprirti nuove porte.