Questa volta incontriamo alcuni giovani atleti tesserati con l’Oratorio Perginese. Si tratta di una societá che pochi anni fa ha attuato un radicale rinnovo della struttura societaria sostituendo tutto il direttivo. Nel suo nuovo corso ha investito tempo ed energie per rifondare il suo settore giovanile, iniziando a raccogliere qualche prima soddisfazione agonistica.
Adele Carlin, Alessio Bort e i fratelli Tommaso e Sebastiano Molinari hanno accettato di rispondere ad alcune domande.
Come avete incontrato il tennistavolo?
Tommaso: ho iniziato a giocare a ping pong sui tavoli di cemento al lago con i miei genitori; quando ho saputo che qui a Pergine nel pomeriggio era possibile giocare qualche ora sui tavoli dell`oratorio con la presenza di un volontario, Marcello, che dava delle dritte, ho iniziato a giocare piú seriamente; nel frattempo continuavo a praticare il basket. Siccome mi appassionavo sempre di piú al tennistavolo, mi sono iscritto nella società, ho iniziato ad allenarmi due o tre volte in settimana e ho smesso col basket.
Adele: il mio incontro con il tennistavolo è stato molto simile a quello di Tommaso, giocavo sui tavoli di cemento e mio nonno mi ha consigliato di provare a giocare nella societá di Pergine. Ho trovato Marcello, che é molto bravo a far divertire i bambini. Ho trovato il tennistavolo uno sport bellissimo e ho deciso di dedicami con impegno e cosí ho iniziato ad allenarmi con regolaritá e fare i primi tornei.
Alessio: io giocavo al mare, ho incontrato il tennistavolo grazie a mio cugino che per un periodo ha praticato questo sport nella nostra societá.
Sebastiano: ho conosciuto il tennistavolo guardando mio fratello Tommaso, purtroppo finora ho potuto allenarmi poco perché ho deciso di iniziare proprio nel periodo sbagliato, in piena epoca di covid.
In un centro grosso come Pergine di sicuro l’offerta sportiva per i giovani è molto varia. Quale aspetto vi ha convinto a continuare con il tennistavolo? La passione per questo sport? Qualche vittoria significativa? Il miglioramento in qualche aspetto tecnico? Trovarsi per vedere gli amici?
Tommaso: Ho iniziato a fare i tornei a 12 anni, in seconda media. Non sono state molte le vittorie finora, per un certo periodo ero un po’ in crisi perché il top non entrava e non mi piaceva l’idea di fare punti solo aspettando l’errore dell’avversario. Per me è importante cercare il colpo fatto bene e questo mi stimola a continuare.
Adele: anch` io ho iniziato con le partite in seconda media. All’inizio non avevo voglia di agonismo e tornei. Poi ho scoperto che il confronto con gli altri atleti in fondo mi piace e adesso aspetto con ansia i tornei. Comunque lo sport del tennistavolo mi piace molto in generale e l`aspetto piú bello è che all`inizio se ti impegni a fondo e con costanza vedi subito grandi miglioramenti. Poi, proseguendo, riuscire a migliorare è sempre piú difficile ma anche stimolante.
Alessio: sono molto competitivo e i tornei sono per me l’aspetto piú bello di questo sport.
Sebastiano: gioco da poco tempo ma mi sono giá potuto rendere conto che, come dice Adele, con l’impegno i colpi piano piano vengono.
Come vivete le sconfitte?
Tommaso: vivo la sconfitta in due modi. Se perdo 0-3 prendo atto che l’avversario è più forte di me e la vivo con serenita; se perdo 2-3 non la prendo bene, anche se ho giocato bene mi arrabbio perché sarebbe bastato poco per vincere.
Adele: All’inizio ne ho perse tante, ma proprio tante. Non ci davo molto peso e mi dicevo “la prossima volta andrà meglio”. Poi ho capito che è importante capire quali sono stati i miei errori e da lì posso partire per provare a vincere la volta dopo. A volte mi pesa di più una sconfitta in allenamento rispetto a una in partita, perché è contro giocatori che conosco. Però la sconfitta che più mi è pesata è stata quella contro mio nonno, perché mi chiedevo come mai una persona molto più vecchia di me e non allenata, riuscisse a battermi solo grazie all’esperienza. Adesso però vinco io contro di lui!
Alessio: io mi arrabbio quando vedo che i miei colpi non entrano. Qualche volta per rabbia ho buttato in terra la racchetta, ma finora non ne ho rotte … Comunque la sconfitta di solito mi carica per fare meglio la volta successiva.
Sebastiano: io gioco a tennistavolo da troppo poco tempo e non ho mai fatto partite ufficiali (in quelle non ufficiali perdo con mio fratello e vinco contro mio papà), prima però ho praticato solo degli sport di squadra. Lì la sconfitta è diversa perché condividi la responsabilità coi compagni oppure puoi dare la colpa agli altri dicendo che tu però hai giocato bene.
Qual è stata finora la vittoria più bella che ricordate?
Tommaso; la scorsa stagione, nella palestra di Rovereto, contro uno del Bolghera, eravamo arrivati sul 2-2, nel terzo set eravamo 17-17 e poi ho vinto, mi pare 19-17. Ricordo la tensione, anche negli allenatori che chiamavano i time out.
Adele: sicuramente ricordo con piacere il torneo V categoria femminile nel dicembre 2019 a Cortemaggiore, dove sono riuscita a giocare bene con molte atlete di altre regioni e vincere contro alcune che avevano molti punti più di me [l’allenatore Paolo Andreatta ricorda divertito che in quel torneo aveva vinto tutte le partite, salvo la semifinale, nonostante i suoi pochi punti e al tavolo i giudici di gara si chiedevano se fossero corretti i refertini]
Alessio: finora tutte le vittorie sono state belle uguali!
Che obiettivi sportivi avete?
Alessio: diventare campione italiano
Tommaso: non mi pongo obiettivi, voglio solo migliorarmi
Sebastiano: vincere contro il fratello e, più avanti, contro Paolo
Adele: ho un sogno e un obiettivo, che sono diversi; il sogno è giocare a tennistavolo come lavoro; l’obiettivo è battere tutti i tesserati del Pergine e fare bene nella mia categoria.
Come reagiscono i vostri amici quando dite che giocate a tennistavolo? A vostro parere è ancora visto da molti come un gioco da parco?
Tommaso: sì, è così. C’è chi si stupisce di fronte al fatto che ci sia lato agonistico e che ci siano delle società dove si impara e ci si allena. A me non importa cosa pensano.
Adele: è vero, purtroppo è così e mi dispiace. Io sono fiera di dire che gioco a tennistavolo, lo ritengo uno sport bellissimo e difficile perché bisogna sapere abbinare preparazione atletica e aspetto mentale.
Alessio: una volta ho invitato in palestra un mio amico che diceva che il ping pong è un gioco, dopo mezz’ora al tavolo ha capito che è uno sport vero.
Grazie ragazzi della chiacchierata, vi auguro di poter riprendere presto ad allenarvi con costanza e a fare tornei e campionati … Buona estate!
Nella foto, da destra:
Paolo Andreatta, Adele Carlin, Sebastiano Molinari, Tommaso Molinari, Alessio Bort