Tra le società che finora sono mancate all’appello di questo modesto angolino c’è il S.Rocco. Non una società di secondaria importanza: per la sua storia, e per il ruolo di favorita nella corsa alla C2. Ne parliamo con il suo giocatore di punta.
1.Primo anno a Rovereto dopo tante stagioni al Bolghera, ma in realtà si tratta di un ritorno a casa.
In effetti, è qui che ho iniziato a giocare, ancora nel 2000. Solo nel 2005 sono passato al Bolghera, ma ultimamente fare avanti-indietro per due o tre volte in settimana era diventato troppo pesante. Abito e lavoro a Rovereto, dunque è stata naturale la decisione di avvicinarmi un po' e visto che con Paolo Peroni sono sempre stato in ottimi rapporti e che negli ultimi anni gli avevo dato una mano ad allenare i ragazzi, non ho avuto dubbi sulla scelta. Con il Bolghera non c'è stato nessun problema, anzi mi sono trovato molto bene per tutto il tempo e vedo sempre volentieri i vecchi compagni.
2.Avendo chiuso in testa il vostro girone della D1 siete tra i più accreditati pretendenti alla promozione, ma il bello – e il difficile – devono ancora venire. Che campionato è stato, e come vedi i playoff?
E' stato un campionato abbastanza prevedibile nel senso che già a dicembre si era capito che noi e il Lavis saremmo arrivati ai playoff, d'altro canto è stata senza dubbio interessante la corsa tra Arco e Villazzano per il terzo posto. Per noi c'è stata la curiosità iniziale sulla squadra nuova con me e Michele Mattedi assieme a Bianchini e Chiusole che già giocavano assieme da qualche stagione, ma direi che è stato un'esperimento riuscito. Una situazione particolare che ho vissuto è stata sicuramente l'infortunio. Per problemi al ginocchio non mi sono allenato fino a gennaio e ho dovuto saltare quasi tutta l'andata, fortunatamente siamo 4 in squadra e la mia assenza non ha pesato. Le sorprese del nostro girone direi che sono state Calvieri del Lavis e Yang dell'Arco, constatato a nostre spese.
Circa quello che ci aspetta, prima di tutto c'è da dire che quando ci si gioca tutto in un unica giornata non si sa mai cosa può succedere. Dopo di che se si passa ad analizzare le altre squadre si capisce che sono tutte ben attrezzate. Se proprio mi dovessi sbilanciare direi che l'Arco con Mosna e Campetti sulla carta sembrerebbe la più pericolosa, il Cles ha dimostrato continuità e solidità arrivando prima nel girone A ma anche Lavis (col quale abbiamo perso) e Bolghera sono ottime squadre. Ma come si dice in questi casi: "le chiacchiere stanno a zero", e il 12 maggio si vedrà quel che succede. Certamente noi cercheremo di arrivare pronti all'appuntamento.
3.Qualche settimana fa avevo cercato di coinvolgere Peroni, chiedendogli tra le altre cose di spiegare in che modo è organizzata la vostra società. Non si è degnato di rispondere. Vuoi rimediare tu?
L' U.S. San Rocco si occupa di due sport: calcio e tennistavolo. La dirigenza della società è composta da persone che si occupano del calcio e da Paolo che invece rappresenta il settore del tennistavolo. Il settore giovanile è gestito da me e da Paolo in parallelo, ovvero uniamo le forze per allenare al meglio i giovani e per accompagnarli e seguirli alle competizioni. Mentre il settore dei più vecchietti (quando mi alleno anch'io per capirci) è seguito da Paolo. Le ambizioni della società sono un po' quelle di tutti. Al primo posto sicuramente c'è l'obiettivo di far crescere i giovani e già quest'anno qualche soddisfazione l'abbiamo avuta soprattutto con Luca Necula, ma non solo. In secondo luogo ci piacerebbe migliorare la posizione del San Rocco nei campionati a squadre raggiungendo la C2 e col tempo migliorare il livello della prima squadra. Abbiamo un bel gruppetto di giovanissimi sui quali ci stiamo concentrando, alcuni hanno iniziato quest'anno mentre altri avevano iniziato già negli anni scorsi. Nelle altre categorie giovanili non ne abbiamo molti, il più promettente è sicuramente Chiusole negli under 21 anche se quest'anno ha dovuto un po' limitare gli allenamenti per motivi di studio. Nel complesso abbiamo una quindicina di giovani. Ci alleniamo il lunedì, il martedì e il giovedì. Dalle 17 alle 18.30 abbiamo i ragazzi nuovi di quest'anno e dalle 18.30 alle 20 gli altri ragazzi e i "grandi". Il giovedì dalle 20 alle 22 solo noi "grandi".
4.In Trentino i club che praticano tennistavolo non sono poi moltissimi e quindi nessuno pensa di ridurne ancora il numero, ma è un fatto che nell’area roveretana ce ne sono ben tre: voi, il S.Giuseppe e il Besenello. Esiste secondo te la possibilità di qualche genere di collaborazione, oppure sarà sempre “ognuno per sé”?
A questa domanda non so davvero cosa rispondere. L'idea del tutti insieme appassionatamente è sicuramente interessante ma molte volte non è possibile per vari motivi. Sono a Rovereto solo da quest'anno e non so come siano i rapporti tra le tre società. Credo che se un giorno ci dovesse essere sintonia tra giocatori, allenatori e obiettivi allora potrebbe essere possibile, altrimenti ci si limiterà a qualche allenamento insieme ogni tanto e in allegria.
5.Da questa stagione sei anche consigliere Fitet. Che esperienza è stata finora, e cos’è esattamente questa novità del Top 16?
L'esperienza in Comitato è stata decisamente una scoperta, pensavo ci fosse meno da organizzare, da decidere e da programmare. Ricordo ancora Montermini che mi diceva: "per fare il consigliere bene basta dedicarsi mezz’ora alla settimana". A novembre avevo già capito che era una balla o che aveva fatto male qualche conto. Scherzi a parte è stato più impegnativo di quel che credevo ma allo stesso tempo ne sono stato contento. Il lato positivo è lo spirito di collaborazione e la voglia di fare le cose bene, quello negativo è che non sempre ci siamo riusciti. Ci sono stati qualche svista e anche qualche errore, probabilmente dovuti al fatto che per questa formazione è stato il primo anno. La speranza è quella di arrivare col tempo a lavorare bene insieme e di riuscire a dare ai giovani le opportunità giuste per crescere.
Sul Top 16 non ti so dire molto. L'idea è stata quella di organizzare un torneo nel quale si possa vedere un buon tennistavolo. La formula è un po' arzigogolata ma interessante. Speriamo nella partecipazione di tutti i migliori, e anche – una volta tanto - in una buona affluenza di pubblico.