Inauguriamo con il confermato presidente della Fitet di Trento (noblesse oblige) questa nuova rubrica, che di volta in volta cercherà di coinvolgere tutti i protagonisti del nostro tennistavolo. Sarà un modo per conoscerci meglio, e per far circolare più idee, e più in fretta.
1. 73 anni sulla carta d’identità e gli ultimi 30 spesi – a vario titolo - al servizio del tennistavolo trentino. Era proprio necessario ricandidarsi ancora, e non è questo un modo per allontanare i giovani dai ruoli che contano?
Stavolta la mia prima intenzione era quella di farmi da parte, dico davvero. Ho deciso in senso contrario quasi all’ultimo momento, e precisamente quando ho saputo che c’era un certo Mazzini del Lavis che stava organizzando la propria candidatura. La cosa mi ha dato fastidio, perché in precedenza avevo chiesto a Gilberto Michelon in rappresentanza del Lavis di appoggiare l’idea di Cristina Lorenzin consigliere, e lui mi aveva detto che ne avrebbe parlato con gli altri e poi mi avrebbe fatto sapere. Invece silenzio, e poi è spuntata fuori questa novità di Mazzini. Con un po’ tutte le società ho parlato di questa cosa, e da tutte è arrivato un consiglio: ben venga un nome nuovo, perdipiù giovane, ma dato che l’esperienza si costruisce un po’ alla volta perché prima non si fa qualche anno di gavetta in consiglio? Risposta del Lavis: o presidente, o niente. Da qui mi sono rimesso in moto, ma davvero non è mia intenzione di fare il “duce”. Già due anni fa dopo la forzata rinuncia di Velia avevo proposto ad altri di fare il presidente. Risposta di tutti: non siamo ancora pronti.
2. Rimane però il fatto che sembra essere un Comitato spaccato. Che senso aveva la candidatura di Piras senza neanche un consigliere di appoggio, e come farete a lavorare proficuamente e in comunione di intenti considerate le pesanti accuse reciproche udite durante l’assemblea?
Io non credo che ci sarà una spaccatura. Se avessi voluto avrei certo potuto far eleggere una persona di fiducia, a scapito però di uno dei due consiglieri in quota dirigenti. Allora sì che sarebbe stata la guerra. Circa le accuse, la paternità è tutta e soltanto del mio concorrente, che non siederà in Comitato. Dire adesso come lavoreremo è impossibile, dovremo risentirci fra qualche mese. Posso solo dire che ho già in mente le linee guida per il prossimo quadriennio, ma se ne potrà parlare solo dopo aver sentito tutti i consiglieri (la prima riunione dovrebbe tenersi già lunedì 1 ottobre); e che rimango essenzialmente ottimista.
3. Il problema maggiore del nostro tennistavolo sembra essere la perdurante crisi di numeri, con pochi giovani che si avvicinano al nostro sport. Cosa pensate di fare al riguardo?
E’ un’analisi corretta. Per il momento sono stati già fissati due stage mensili per i giovani e i giovanissimi, li trovate sul calendario. Altre iniziative verranno approntate e comunicate in seguito.
4. Con quali prospettive inizia la stagione agonistica 2012/13, e quali potranno essere i protagonisti sia a livello individuale che di squadra?
Penso che a meritarsi la luce dei riflettori saranno più o meno i soliti. Lavis e Villazzano in B2, e come seconde forze S.Giuseppe e Besenello in C1. Per quanto riguarda i tornei individuali, cercheremo di riportare in palestra i “big” che ormai da anni si dedicano solo alle gare a squadre.
5. Cosa si sente di promettere il neo-presidente Fitet a tutti gli appassionati per il prossimo futuro?
I miei sforzi maggiori, e questo sarà tema di dibattito già nella prima riunione del Comitato, avranno come tema il settore giovanile. Ci saranno interventi importanti sia sul piano tecnico che su quello economico. A ciò posso aggiungere che verrà chiesto a società ed atleti di rispettare scrupolosamente i regolamenti, sia sotto il profilo burocratico che disciplinare, e che in caso di violazioni saremo molto severi.
(andrea galler)