Pieno riscatto di Daniele Mesaroli nella seconda prova del trittico che assegnerà gli allori provinciali individuali. Il talento dell’Us Villazzano doveva far dimenticare l’incredibile eliminazione nel girone (all’ultimo posto!) sofferta nel primo torneo giocato a Trento a metà novembre. A Cles ci è riuscito alla grande, tornando anche probabilmente in corsa per il titolo. Si è invece ripetuto fra i quarta categoria Peter Trafojer (Lavis), protagonista di due sfide spettacolari con Alessandrini in semifinale e con Galvagni in finale. Equilibrato anche l’unico match del terza categoria femminile, andato a Federica Demonte (Castelnuovo) sulla compagna di club Wolf.
l modo migliore e più autorevole per far capire che l’inciampo nel primo torneo fu casuale, e dovuto a fattori in qualche modo extra-sportivi (è difficile mantenere alto il rendimento quando la testa è altrove), era vincere il secondo infilzando uno sull’altro i due finalisti di allora. Le circostanze gli hanno dato una grossa mano, perché non è che uno può scegliersi gli avversari, ma Daniele Mesaroli ha fatto precisamente questo. E dunque sono finiti ko sia Peter Trafojer, che a Trento vinse, sia il sottoscritto, secondo in entrambe le occasioni. Io ho giocato piuttosto male e dunque il 3-0 della finale non è molto significativo, invece il match di semifinale merita un approfondimento. Sembrava chiuso dopo che il Mesa si era portato a casa i primi due set, specialmente considerando che per Trafojer quello era il quindicesimo incontro della giornata: tre di C1 al mattino circa i quali potrò essere più preciso nello spazio dedicato al turno di campionato, cinque in totale (2 nel girone e 3 ad eliminazione diretta) nel quarta categoria, due di doppio, quattro nel girone del terza categoria. Un altro al suo posto avrebbe forse concluso che poteva bastare così. Invece il bolzanino dispone evidentemente non solo di un’ottima tecnica e di un fisico di prim’ordine, ma anche di grandi qualità sul piano della volontà e del carattere. Con un duplice 11-6 ha costretto Mesaroli ad un quinto set delicato ed incerto, oltreché molto vivo agonisticamente (praticamente ogni punto era accompagnato da un grido di guerra da parte di chi lo aveva messo a segno). Non ha fatto una piega, Trafojer, nemmeno quando uno spigolo maligno ha consentito a Mesaroli di trovarsi nella situazione che lui predilige: 10-8 e servizio a disposizione. Lì è stato forse troppo prudente lui, sicuramente è stato aggressivo e coraggioso l’altro: 10 pari, e anzi quando nello scambio successivo anche la dea bendata si è adeguata al regime di par condicio (traiettoria smorzata e resa imprendibile dal net) il matchpoint lo ha avuto Trafojer. Annullato da un servizio finalmente incisivo del Mesa, il quale dopo un altro paio di vicendevoli vantaggi si è finalmente ricordato che la prima regola per fare le cose per bene è la semplicità. Ha quindi accantonato per un momento la borsa dei trucchi, vale a dire tutto il campionario di elaboratissime varianti che applica alla sua battuta di diritto e con le quali di solito riesce a far venire il mal di testa anche a chi in risposta se la cava abbastanza (rotazione da sotto, da sopra, in fuori, rimbalzo corto, lungo, nell’altro angolo, al corpo, senza taglio, per non parlare di tutte le possibili combinazioni: dovevate sentirlo il povero D’Orazio maledire a tonsille spiegate questo aspetto del gioco e tutti coloro che riescono a trarne giovamento), e dopo essersi girato sul rovescio gli ha mandato di là un banalissimo taglio laterale. Però in senso contrario, e con l’altra gomma! Non meno sorpreso di quanto dovette esserlo Cenerentola dinanzi agli interessanti usi alternativi di quattro topini e una zucca, Trafojer si è vistosamente irrigidito e ha spedito la sua risposta ben lunga oltre il fondo del tavolo.
Per concludere il capitolo relativo al terza categoria maschile, c’è da parlare di Daniele Galvagni e di una svista arbitrale non lieve. Galvagni si sta specializzando nel realizzare mezze imprese, perché anche a Cles come nella prima prova giocata a Trento può dire di essere stato l’unico a battere colui il quale ha poi vinto il torneo. Allora relegò Trafojer al secondo posto nel girone, stavolta ha fatto lo stesso con Mesaroli: 3-1 nell’ultimo match del girone ed ingresso in semifinale come primo classificato. Peccato che quello sforzo, sommato ai precedenti successi (tutti in cinque set) su D’Orazio, Chilovi e Bottura, lo abbia sfiatato. Come già a Trento ne ho approfittato io. Ad ogni modo ora sappiamo che perdere da Galvagni nel girone di qualificazione rappresenta il più meraviglioso dei lasciapassare. Ci sarà la fila, in futuro, per venir inseriti nel suo stesso gruppo.
In quanto all’errore degli arbitri, i lettori più accorti potrebbero averlo già individuato. In qualunque competizione strutturata secondo la formula all’italiana, è buona norma che gli atleti o le squadre appartenenti alle medesime società si affrontino il più presto possibile: nella prima giornata se si tratta di campionati, nel primo turno se si tratta di tornei individuali. Questo, per evitare anche solo il sospetto di eventuali, possibili accordi. A Cles invece non solo è accaduto che Mesaroli e Galvagni (Us Villazzano) hanno giocato l’ultimo incontro del loro girone, ma ad Alessandrini e Botteon (idem) è capitata la stessa cosa nell’altro. Se la doppia, insolita circostanza è rimasta senza conseguenze lo si deve in un caso alla situazione del raggruppamento, perché fra Mesaroli e Galvagni, imbattuti fino a quel momento, erano semplicemente in palio il primo e il secondo posto e dall’esito del loro match non sarebbe comunque potuto dipendere il destino di altri giocatori (tutti già sicuramente eliminati). Nell’altro, alla correttezza di Alessandrini e Botteon, i quali, ad onta dei calcoli sibillini ma pur sempre fattibili su un teorico arrivo alla pari con Trafojer e con me, hanno deciso di giocarsi la partita dando entrambi il massimo. In effetti è accaduto che, vincendo in quattro set, Nick ha eliminato il compagno di club. Avesse vinto Botteon, ci saremmo trovati in tre (lui, Trafojer ed io) in una classifica avulsa cui solo il laborioso computo dei set avrebbe dato soluzione.
Come detto, in precedenza Trafojer si era invece aggiudicato il quarta categoria. Non troppo facilmente, per la verità. Già Favetta nei quarti aveva avuto la possibilità di trascinarlo al quinto set, mentre sia in semi con Alessandrini che in finale con Galvagni ha dovuto recuperare da 1-2. Con due successi in altrettanti tornei il titolo provinciale ormai ce l’ha in tasca, ma è chiaro che le sue ambizioni vanno ben oltre. Sul singolare femminile c’è poco da dire. Le due sole iscritte hanno rivestito di ufficialità una sfida replicata chissà quante volte in allenamento, e stavolta vinta da Federica Demonte. Non è bastato a Giuliana Wolf aggiudicarsi ai vantaggi il primo ed il terzo set: nel quinto non c’è più stato equilibrio (11-5).
Gabriele Vigo dice che gli sembra di ricordare di aver vinto due volte il titolo provinciale di doppio, a metà degli anni novanta e sempre assieme a Manganelli. Anche io ne avevo vinto uno, nello stesso periodo e con Favetta. Da allora in poi la specialità (colpevolmente trascurata a livello di gare a squadre) dev’essere stata a occhio e croce esclusivo terreno di caccia per Mesaroli ed Alessandrini, che hanno costretto tutti gli altri a lottare per il secondo posto. E dunque non deve stupire che il nostro ritorno al successo, per la prima volta insieme, sia coinciso con la decisione, da parte dei due del Villazzano, di inseguire nuovi stimoli attraverso la realizzazione di nuove alchimie. Alessandrini si è dunque presentato assieme a Botteon, perdendo nei quarti da Favetta e Stevanovic; è andata un po’ meglio a Mesaroli accoppiato a Galvagni, ma dopo averci rimontato due set in finale si sono arresi 11-9 al quinto (schiacciata in rete di Galvagni sul matchpoint). Contenti Vigo ed io, e forse ancor più i dirigenti del Cles per un titolo che rimane in famiglia. Ma senza la generosità di Nick e Daniele, saremmo qui a festeggiare un secondo posto.
A proposito di dirigenti: non dovrei dirlo io che faccio in qualche modo parte della società, ma l’organizzazione del Ctt Cles è stata una volta di più degna di nota. Le confezioni di mele per tutti i finalisti sono naturalmente un’ottima idea, ma ancor migliore è quella (ormai consolidata) di offrire un libro a scelta a tutti gli iscritti. Difficile pensare ad una maniera più intelligente di sfruttare il fatto che lo stabilimento della Mondadori si trova giusto al di là della strada, nonché le conoscenze che ne derivano.
Sing. masch. III cat., semifinali: Mesaroli b. Trafojer 3-2 (6,9,-6,-6,14), Galler b. Galvagni 3-0 (7,7,3). Finale: Mesaroli b. Galler 3-0 (9,10,9).
Sing. femm. III cat., finale: Demonte b. Wolf 3-2 (-10,6,-9,8,5).
Doppio masch. III cat., quarti: Galler/Vigo b. Bosetti D./Michelon G. 3-0 (6,5,8), Favetta/Stevanovic b. Alessandrini/Botteon 3-2 (10,-11,-4,8,9), Bottura/D’Orazio b. Michelon L./Trafojer 3-1 (4,-9,7,10), Galvagni/Mesaroli b. Dalpiaz/Fuitem 3-0 (9,5,8). Semifinali: Galler/Vigo b. Favetta/Stevanovic 3-2 (-7,-5,10,3,9), Galvagni/Mesaroli b. Bottura/D’Orazio 3-1 (-9,8,7,8). Finale: Galler/Vigo b. Galvagni/Mesaroli 3-2 (8,8,-7,-8,9).
Sing. masch. IV cat., quarti: Alessandrini b. Chilovi 3-0 (8,8,10), Trafojer b. Favetta 3-1 (10,8,-9,10), Botteon b. Girardi T. 3-0 (6,6,7), Galvagni b. D’Orazio 3-0 (7,6,7). Semifinali: Trafojer b. Alessandrini 3-2 (11,-7,-3,8,8), Galvagni b. Botteon 3-0 (9,9,9). Finale: Trafojer b. Galvagni 3-2 (6,-5,-6,6,5).
andrea galler