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  • 4 maggio 2022
  • Interviste
  • Giovanni Delama
Altre due società trentine sono diventate scuole di tennistavolo
SdT Cles 1
Sdt Cles 2
SdT Lavis 1
SdT Lavis 2

Il progetto scuole di tennistavolo è un’iniziativa promossa dalla FITeT volta a creare una rete nazionale di scuole in cui si possa praticare questo sport. Due società trentine hanno ottenuto negli ultimi mesi lo status di “scuola di tennistavolo”, aggiungendosi così alla Virtus Rovere che lo è dal 2020. Si tratta dell’ASDTT Lavis e del CTT Cles; abbiamo intervistato due esponenti dei loro direttivi, Luca Michelon (Lavis) ed Enrico Panizza (Cles), per capire meglio cosa significhi concretamente questo riconoscimento .

Cosa significa essere diventati “scuole di tennistavolo”?

LUCA: Scuole di Tennistavolo è una possibilità che è stata fornita alle Società da parte della Federazione Nazionale. Per quanto riguarda ASDTT Lavis, io stesso ho fortemente voluto aderire a questa iniziativa, in quanto reputo che possa essere un ottimo strumento per dare visibilità al nostro movimento sportivo, in quanto sport minore. Non potendo godere della visibilità mediatica di altri sport, facendo parte della rete di Scuole di Tennistavolo possiamo dare maggiore visibilità all’attività che da anni svolgiamo con dedizione e, purtroppo, anche in sordina nei confronti della comunità.

ENRICO: Oltre ad essere un obiettivo societario raggiunto che ci eravamo prefissati, è senza dubbio un bel biglietto da visita che è stato apprezzato dai nostri affiliati; nell’ambito sportivo dell’amministrazione comunale; dalle sette scuole primarie e non, dove operiamo in questo periodo per divulgare la disciplina. Poi, non per ultimo, presentarsi al mondo sportivo esterno con una “divisa” comune come quella della scuola di tennistavolo dà un senso di organizzazione centrale orientata alla crescita del movimento che parte anche da periferie o società di medio piccole dimensioni.

Quali sono i requisiti per essere ammessi al corso per diventare scuole di tennistavolo?

LUCA: Non ci sono dei requisiti particolari, essendoci vari livelli di Scuola per il quale si può accreditare. Resta inteso che la Società che intenda intraprendere questo percorso debba essere al corrente che deve disporre di struttura sportiva dove svolgere l’attività, tecnici accreditati di qualsiasi livello, dirigenti che intendano assumersi l’impegno e, ultimo ma non ultimo, un progetto grazie al quale si possa programmare nel breve e nel lungo periodo la struttura della futura scuola di Tennistavolo.

ENRICO: In primis avere un gruppo di dirigenti e tecnici disponibili ad impegnarsi nel progetto (cosa non da poco conto …) poi i requisiti federali, cioè palestra, attrezzatura e struttura organizzativa per effettuare allenamenti e corsi nel settore giovanile e non.

Come si diventa scuole di tennistavolo? Che caratteristiche ha il corso? è impegnativo? Su che aspetti si concentra?

LUCA: L’iter non è complicato, è impegnativo nel senso che bisogna seguire il percorso formativo con costanza. Il percorso non lo deve seguire solamente una figura della società, si intraprende in gruppo, dirigenti, tecnici, atleti tutti assieme. Si tratta di una decina di lezioni che si svolgono in periodo estivo, in videoconferenza, dove si ascoltano dei formatori della FITeT che condividono le proprie competenze ed esperienze con il fine di formare i partecipanti alla gestione globale di una società sportiva, comprendendo tutti i lati organizzativi.

ENRICO: Sì, il corso è abbastanza impegnativo in quanto specie nel periodo estivo, in cui lo abbiamo effettuato noi, l’attività è a ritmo ridotto. Ciò non toglie che alternandosi fra le figure dei tecnici e dirigenti la partecipazione è riuscita al 100%. Aggiungo che le lezioni erano interessanti e andavano a toccare aspetti a volte già incontrati nella nostra realtà ma approfonditi con dettagli e spunti senza dubbio utili.

Quali sono gli aspetti più interessanti che avete appreso nel corso?

LUCA: Le nozioni globali utili alla gestione generale di tutta l’associazione sportiva, che non tutti possono sapere o conoscere alla perfezione. Credo sia un ottima opportunità per crescere personalmente dal punto di vista gestionale e anche sportivo.

ENRICO: Senza dubbio l’aspetto più importante è che oggi più di ieri senza un gruppo di lavoro affiatato le società non riescono a far fronte alla burocrazia richiesta e ad ottimizzare l’attività sportiva. Questa rete di scuole può fornire, con dei referenti dedicati, utili informazioni e supporto a largo spettro. Ad esempio, la seconda sessione del corso di aggiornamento per dirigenti effettuata ad inizio anno, ha visto affrontare aspetti burocratici e legislativi interessanti.

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